Vetro e Alimenti.
Anni di utilizzo
Il vetro come materiale per vasellame, fa la sua comparsa in epoca imperiale negli anni che videro lo sfarzo e il lusso di Nerone. Troppo costoso e raro, faticò a ritagliarsi un posto nelle cucine del popolo, anche perché altri materiali, vicariavano ed erano perfetti alla bisogna. Il vetro non aveva solo pregi, aveva anche il difetto di essere fragile e se sottoposto a sbalzi termici improvvisi poteva schiantarsi. C’era chi comunque poteva permettersi suppellettili di vetro e ne nacque una gara generando una grande varietà di forme e di colori.
Se all’inizio le forme più semplici erano quelle per scodelle e recipienti bassi, col perfezionamento della soffiatura si ottennero brocche, vasi, bicchieri orientando l’uso al contenimento dei liquidi, in particolare il vino piuttosto che i cibi solidi.
La caduta dell’impero romano segnò un passo d’arresto per la produzione e l’uso e, soltanto in epoca carolingia, si ritornò a vedere vetro sulle tavole.
Al giorno d’oggi le normative per l’uso del vetro sono regolamentate dalle disposizioni per i MOCA (Materiali o Oggetti in Contatto con Alimenti).
Non ci sono differenze legislative in merito a vetro nativo e vetro riciclato e secondo le direttive nazionali ed Europee gli oggetti non devono
Come per i metalli in contatto con alimenti (posate, pentole, contenitori) è il produttore a dover esibire i certificati di congruità e conformità rispetto alle specifiche di prodotto dichiarate.
La documentazione relativa al vetro per alimenti, non viene mai esibita se non richiesta espressamente in bandi di gara o dalle autorità giudiziarie in caso di contestazioni o ipotesi di reato.
Va comunque sottolineato che la documentazione è compilata dal produttore su carta intestata, ed è quindi un’autocertificazione.
Quindi è un po’ come dire che tutto il vetro circolante è buono fino a prova contraria.
C’è poi un paradosso, la legislazione fa diventare un regio ciò che in realtà è un difetto.
Si legge infatti nel DM 21 MARZO 1973 e succ. agg.
[…] che in considerazione dei materiali che entrano nella composizione del vetro, quali materie prime (sabbia silicea, carbonati di calcio e di sodio, ecc.) o agenti affinanti e coloranti, le varianti possibili sono innumerevoli. E’ risultato pertanto impossibile, nonché non significativo dal punto di vista sanitario, prevedere delle liste positive dei materiali ammessi. La norma si basa quindi su una classificazione dei tipi di vetro ritenuti idonei al contatto alimentare con l’indicazione, per ciascuno di essi, delle prestazioni che può fornire […] .
La legislazione ammette il commercio di due macro tipologie di vetro
per le quali sono previste due diversi test
Circa i valori limite di migrazione globale, i materiali non devono cedere i loro costituenti ai prodotti alimentari o ai simulanti dei prodotti alimentari in quantità superiori a 8 mg per decimetro quadrato (mg/dm2) di superficie del materiale o dell’oggetto.
Esistono anche altre prove e limitazioni, ma in soldoni il sistema di verifica e controllo è pressoché inesistente.
Ovviamente esistono pratiche di certificazioni di terze parti, a richiesta e a pagamento che il produttore può decidere di porre in essere se la natura del suo commercio ne può beneficiare.
Una di queste è la Certificazione FSSC 22000 ovvero Food Safety System Certification 22000 è una certificazione di prodotto che attesta il raggiungimento degli standard di sicurezza alimentare nei processi produttivi lungo la catena di fornitura. È un schema di certificazione della sicurezza alimentare basato sulla norma ISO 22000.
Questo tipo di certificazione, lo ribadiamo è facoltativo e non obbligatorio.
Comunque il vetro, in quanto trasparente, permette il passaggio di luce solare e/o artificiale ed è quindi per preservare sostanze fotosensibili che si adotta a pratica di colorare i vetri, bottiglie di vino, acqua, olio, spesso sono marrone scuro, molto più raramente verdi (come invece usava una volta).
Bisogna fare molta attenzione al processo di colorazione e distinguiamo
Per questi ultimi si usano di solito ossidi di metalli o pietre colorate polverizzate come nel caso di molti quarzi.
Ricordiamo alcune note relative alla produzione e fusione
VETRIFICANTE. Sio2, biossido di silicio o quarzo, è la materia base per la produzione. Non deve contenere impurità, soprattutto sali ferrosi che alterano colore e qualità. SiO2 puro ha un punto di fusione altissimo soPra i 1700°C. Servono quindi delle sostanze che agevolino la fusione.
FONDENTI. Na2 CO3 o Natron è stato il primo fondente utilizzato. A 800°C si decompone liberando Co2 e l’ossido di sodio abbassa la temperatura di fusione del quarzo. La ricerca del perfetto fondente ha portato nel 1865 alla certificazione del processo Solvay per l’ottenimento della soda.
STABILIZZANTI. Il vetro Silico Sodico o Silico Potassico non è stabile e si scioglie in acqua. Di questo materiale liquido sono fatti i detersivi per lavastoviglie. Occorrono quindi stabilizzanti ossidi bivalenti di
Il piombo viene aggiunto sotto forma di ossido prodotto industrialmente (minio, Pb3O4 oppure litargirio, PbO).
Un ulteriore miglioramento si ha introducendo nel vetro altri ossidi come l’allumina (Al2O3) e l’anidride borica (B2O3).
AFFINANTI. La fusione del vetro determina lo sviluppo anche di gas Co2 e O2 dai vari composti chimici per cui nel vetro si formano delle bolle. Per eliminare questo inconveniente si aggiungono
DECOLORANTI. Non è possibile decolorare il vetro per cui per renderlo trasparente si addizionano sostanze che per il principio della complementarietà annullano il colore nativo (spesso dato da impurità di Ferro). Si usava il biossido di manganese MnO2 detto in antichità “il sapone dei vetrai” ma oggi si utilizza Selenio o Cobalto Metallico.
COLORANTI. Si ricorre a miscele che in fusione (ambiente riducente povero di O2) o Ossidante (ricco di O2) possono attribuire tinte cromatiche al vetro.
COLORANTI IONICI | CONDIZIONI OSSIDANTI | CONDIZIONI RIDUCENTI |
Cobalto ossido | Blu | Blu |
Rame ossido | Acquamarina | Verde |
Manganese | Viola | |
Cobalto-Manganese | Ametista, nero | Ametista, nero |
Ferro | Giallo | Verde, blu |
Zolfo-Ferro | Giallo, ambra | |
COLORANTI COLLOIDALI | CONDIZIONI OSSIDANTI | CONDIZIONI RIDUCENTI |
Zolfo-Cadmio | Giallo | |
Zolfo-Cadmio-Selenio | Rosso | |
Rame | Rosso rubino | |
Oro | Rosso rubino | |
Argento | Giallo |
Un dato è certo, il vetro è chimicamente inerte e quindi il più idoneo alla cottura su fiamma, forno o microonde e per la conservazione alimentare. Questa inerzia chimica non può e non deve costituire illusione e scusa per non esigere controlli e conformità di produzione.