Acciaio la Storia.
Varietà di acciaio
Varietà di acciaio
Ferro, simbolo Fe
Carbonio simbolo C
Per comprendere appieno l’uso e le tecniche per la produzione dell’acciaio è necessario valutare la fase prodroma, ovvero la scoperta del Ferro e quella della Ghisa.
Gli storici datano l’inizio “dell’Età del Ferro” intorno al XII secolo a.C., epoca in cui i manufatti ferrosi iniziarono a soppiantare quelli in bronzo.
A ben vedere, in alcune aree geografiche, iniziarono a fondere e utilizzare il Ferro in precedenza.
Omero, Erodoto, Strabone e Senofonte parlano dei Chalybes un popolo di fabbri forgiatori che vivevano sulle sponde del Mar Nero
nell’attuale Turchia e a loro viene attribuita la scoperta dell’arte del forgiare datata intorno al XVIII secolo a.C..
Alcuni rari reperti di manufatti in Ferro sono stati rinvenuti nell’area africana a sud del fiume Niger e risalgono a 1500 anni fa, ma alla luce delle attuali conoscenze, si può affermare che l’area mediorientale e in particolare la piattaforma anatolica sia stata la culla del Ferro.
In Cina, Giappone, in oriente in generale, ma anche nel nord Europa, si inizia a estrarre Ferro solamente intorno al VI secolo a.C.. Nel continente americano non si lavorava Ferro che necessita di una temperatura superiore a Rame, Stagno e Oro che invece erano diffusi e conosciuti.
I primi manufatti in Ferro sono stati estratti da rocce meteoriche denominate Sideriti. Successivamente iniziò l’estrazione da giacimenti di Limonite e Ematite (di cui è ricca l’Isola d’Elba). Queste rocce erano conosciute dagli uomini preistorici anche per un altro uso, e venivano utilizzate come pigmenti per produrre le pitture rupestri.
I primi forni di estrazione erano di pietra, spesso erano scavati sotto il livello del terreno. Venivano riempiti di materiale ferroso e poi venivano chiusi ermeticamente. L’energia per riscaldare i forni era fornita ovviamente dalla legna e alla fine delle operazioni, dopo aver lasciato raffreddare il tutto, il forno veniva distrutto per estrarne il contenuto.
I forni di fusione dei Chalybes potevano raggiungere temperature massime di 800 °C e Il Ferro, contenuto nelle rocce, non si fondeva, ma si addensava un una sorta di “magma” poco fluido che poi, raffreddando, cristallizzava un agglomerato di metallo dall’aspetto spugnoso denominato blumo o fiore di ferro.
A queste temperature di esercizio relativamente basse (750 – 800 °C), il Carbonio presente nella legna della fornace inizia a penetrare nel reticolo cristallino del Ferro in percentuale molto bassa intorno allo 0.7%.
Dalla battitura a freddo di questi ammassi, si ottennero le prime lastre di Ferro. Affinando la forma delle fornaci, inserendo la pre riduzione delle pietre in piccoli frammenti e ottimizzando tempi e riscaldamento, si iniziarono a ottenere lamine di Ferro di buona qualità. I Chalybes si allearono con gli Ittiti e ricordiamo dai libri di scuola che furono i primi ad avere le ruote dei carri in Ferro. I Chalybes, questo sui libri di scuola non c’è scritto, cercarono, soprattutto via mare, nuovi mercati e nuovi giacimenti.
In questo processo di estrazione dalle rocce, il Ferro incontra il Carbonio, principale componente delle ceneri e del carbone da legna.
È dalla fusione simultanea di questi due elementi che si ottennero leghe, ovviamente disomogenee e spesso poco utilizzabili.
Spostiamoci ora in Corea e Giappone intorno al IX secolo a.C.. Migliorando il riscaldamento dei forni (i più raffinati ed efficienti arrivavano tra i 1000 – 1200 °C.) e aumentando la quantità di Carbonio (polvere di carbone) nelle miscele inserite nei forni, si ottennero leghe diverse. Il materiale ferroso arrivava quasi a fusione e incorporava concentrazioni di Carbonio superiori intorno al 2 – 6% in peso.
La quantità di Carbonio era assai elevata, il primo passaggio (volontario o involontario) per produrre acciaio, rese invece una lega poi chiamata poi Ghisa, dal tedesco Gusseisen letteralmente “ferro colato”. La temperatura più elevata permetteva di colare il Ferro in stampi e pressarlo ancora molto morbido in quelli che possiamo immaginare come i primi laminatoi.
La Ghisa, però, era fragile e poco elastica, non era utilizzabile per lame, utensili, aratri.
A questo punto della storia, intorno al Mille a.C., dalla lavorazione delle rocce metallifere si potevano ottenere due prodotti, il Ferro battuto a basso tenore di Carbonio e la Ghisa.
Forse fu per caso che, scaldando e battendo strati alternati di Ferro e Ghisa e ripetendo molte volte il processo (un po’ come quando si fanno gli impasti per pane e dolci), si ottenne una lega nuova. Con la battitura, il Carbonio, presente in eccesso nella Ghisa si distribuiva arrivando nel prodotto finale a concentrazioni inferiori al 2%.
Questo nuovo prodotto, chiamato poi acciaio dal tardo latino medievale (ferrum) aciarium, derivazione di acĭes “filo della spada”, aveva doti straordinarie di resistenza, flessibilità elasticità.
Arriviamo al 400 a.C. in India dove un’invenzione mirabolante, cambia per sempre il mondo della siderurgia. Invece di scaldare i materiali in forni chiusi che poi andavano distrutti, i fabbri indiani inserirono le lastre di Ferro e la polvere di carbone, pesata nella giusta dose, in contenitori di terracotta che poi venivano sigillati.
Erano nati i crogioli.
L’acciaio conteneva circa 1,5% di Carbonio, era omogeneo e i crogioli, potevano funzionare anche da stampo. Dopo il raffreddamento, rompendo la terracotta ti estraevano barre di acciaio facilmente riducibili a spade o attrezzi.
Questo acciaio fu definito Wootz e le lame avevano un aspetto non omogeneo dato dal diverso modo di cristallizzare del Ferro in strati alternati di Martensite e Cementite (non entriamo nei dettagli).
Il termine Wootz è moderno ed è dovuto all’anglicizzazione della parola ukku che negli stati di origine (Karnataka e Andhra Pradesh) significa semplicemente acciaio.
Questa lavorazione, assai semplice si diffuse rapidamente e in alcuni centri di produzione divenne attività preminente. L’acciaio Wootz a un certo punto della storia, cambia nome e viene erroneamente chiamato Damasco.
In epoca romana gli eserciti poterono disporre di acciaio Wootz, ma poi con la caduta dell’impero e dato il grande periodo di instabilità, la capacità produttiva e la possibilità di importare il Wootz vennero meno. Questa tecnologia fu invece mantenuta in Giappone, dando vita alla grande tradizione di produzione delle leggendarie Katane.
Si deve attendere l’epoca moderna per riparlare di acciaio e innovazioni tecnologiche, quando ne XVII secolo alcuni campioni di Wootz arrivarono in Russia e in Germania e partì la corsa per comprenderne la composizione.
Si deve attendere il 1774 qundo il chimico svedese Tobern Bergman comprese la composizione di quelle lamine. Negli stessi anni, Lavoisier, con la designazione del Carbonio come elemento aprì la via della chimica moderna.
Il popolo dei Chalybes stanziati in Anatolia sono i primi forgiatori della storia
Reperti in Ferro Africa subsahariana
Diffusione estrazione Ferro area mediorientale
Corea e Giappone perfezionano le fornaci
In India si sperimentano i primi crogioli. Acciaio Wootz, con 1,5% di Carbonio
Elemento chimico Numero Atomico 26. Simbolo Fe
Elemento chimico Numero Atomico 6. Simbolo C
Estraibile da meteoriti e da varie tipologie di rocce
Inizia a diventare modellabile a 1250 °C
Fonde e diventa liquido a 1538 °C
Lega tra Ferro e 2 – 6% di Carbonio
Lega tra Ferro e Carbonio in quantità inferiore al 2%
© Copyright – Calici e Coltelli